martedì 24 febbraio 2009

Una Perla speciale...

La nostra Perla, oggi, è diversa dal solito.

Parliamo di Richard Nelson Williamson, il vescovo scomunicato da Papa Giovanni Paolo II nel 1988, in quanto si era fatto consacrare dall'arcivescovo Lefebvre senza l'autorizzazione della Chiesa romana.

A dire il vero Williamson non si è limitato a questo, ma ha fatto di peggio. Infatti, in diverse circostanze ha dichiarato di non credere all'Olocausto:

"Io credo che non ci fu nessuna camera a gas. Penso che due o trecentomila ebrei morirono nei campi di concentramento nazisti, ma nessuno fu ucciso in camere a gas. Nessun ebreo fu ucciso dalle camere a gas. Sono tutte bugie, bugie, bugie!".

Un negazionista con i fiocchi, insomma, proprio come tanti complottisti di nostra conoscenza.
E guarda caso, Williamson è anche complottista: crede che le Twin Towers siano state demolite con esplosivi (link), che Kennedy sia stato vittima di un complotto della CIA (link), che gli ebrei vogliono conquistare il mondo!

E proprio come qualche complottista di casa nostra, ritiene che le donne siano esseri inferiori:

"Può sembrare che una donna abbia delle idee, ma in quel caso non sta pensando come una donna" (BBC).

Prete o non prete, vescovo o non vescovo, a noi questo Williamson fa un certo ribrezzo...

E qual è stata la reazione di Papa Benedetto XVI?

Nei primi giorni di febbraio 2009, gli ha rimosso la scomunica e lo ha riammesso a pieno titolo * nella Chiesa di Roma!

Il Papa si è giustificato dicendo che non era al corrente delle idee di Williamson sull'Olocausto.
Ma scusi, signor Papa... con tutto il rispetto... ma come si fa a non sapere nulla della posizione negazionista di Williamson?
Guardi che si trovano pure su Youtube i filmati con le sue dichiarazioni!
Queste cose ce le aspettiamo da Mazzucco... non certo dal Papa.

E che dire delle sue dichiarazioni sull'11 settembre? Anche i tremila morti causati da Al-Qaeda hanno diritto di essere rispettati, sa?
Nemmeno di questo sapeva nulla?

Eppure le orecchie del Vaticano sono sempre attente, specialmente quando si tratta di intervenire su questioni care alla Chiesa, come l'aborto, la contraccezione, la ricerca genetica, la morte assistita... com'è che quando si parla di Olocausto si forma il tappo di cerume?

Va bene, può succedere... mica il Papa può sapere tutto di tutto! E quindi adesso che si fa? Ci decidiamo a scomunicarlo nuovamente, e in via definitiva?

Macché!
Il Papa si è limitato a dire qualcosa come: "Cattivello. Adesso ritratta quello che hai detto..."
Ma Williamson non ci ha pensato nemmeno, a ritrattare.
E così è toccato farlo al Papa:

"Le posizioni dell'arcivescovo Richard Williamson sulla Shoah sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre" (link).

Sì, abbiamo capito, signor Papa... a dire il vero, però, questa non è una novità.
Il suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, l'aveva già detto (ci mettiamo pure un po' di grassetti):

"Sono venuto qui a Yad Vashem, per rendere omaggio ai milioni di ebrei che, privati di tutto, in particolare della loro dignità umana, furono uccisi nell'Olocausto. Più di mezzo secolo è passato, ma i ricordi permangono. Qui, come ad Auschwitz e in molti altri luoghi in Europa, siamo sopraffatti dall'eco dei lamenti strazianti di così tante persone. Uomini, donne e bambini gridano a noi dagli abissi dell'orrore che hanno conosciuto. Come possiamo non prestare attenzione al loro grido? Nessuno può dimenticare o ignorare quanto accadde. Nessuno può sminuirne la sua dimensione. Noi vogliamo ricordare!"

Queste sì sono parole chiare, signor Papa.
E il suo predecessore aveva pure scomunicato Williamson.

E lei, invece, riammette un essere ambiguo come Williamson e si limita a quattro parole di precisazione?

Ci spiace tanto, signor Papa, ma questa Perla, oggi, non è per Williamson... è proprio per Lei.
E' una Perla papale a tutti gli effetti.

E non si lamenti, altrimenti rischia di concorrere al premio Perlone 2009...

Ringraziamo Giovanni S. per i suoi contributi.

*Il lettore Avion fa notare che Williamson resta attualmente sospeso dalla carica di vescovo, ancorché la scomunica sia stata revocata.


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